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GATTI E GASTRITE: UN CONNUBIO NON TROPPO RARO

La gastrite acuta

Anche se nel gatto la gastrite acuta è sicuramente meno frequente rispetto al cane, questa patologia esiste ed è spesso correlata all’ingestione di cibi avariati, sostanze tossiche, piuttosto che alla presenza di boli di pelo difficilmente eliminabili.

In corso di gastrite acuta, viene a mancare la barriera mucosa che a condizioni normali protegge la mucosa gastrica, che può essere così aggredita da acidi gastrici, bile o enzimi pancreatici.

Cause di gastrite acuta

La gastrite acuta può essere causata dall’ingestione di piccoli animali morti (uccellini, piccoli mammiferi…) difficilmente digeribili o già in stato di decomposizione, nonché dall’ingestione di corpi estranei (come ad esempio la carta di alluminio in cui è stata conservata la carne, ma anche la presenza di boli di pelo), piante tossiche (es. la stella di natale), ingestione di sostanze velenose (come l’antigelo della macchina), nonché ad intolleranti alimentari o addirittura alla presenza di parassiti gastrointestinali (alcuni dei quali possono migrare proprio attraverso la mucosa gastrica), virus (es. parvovirosi) e batteri (Helicobacter spp.).

Sintomi e diagnosi

Il sintomo principale della gastrite acuta nel gatto, è sicuramente il vomito, spesso accompagnato da inappetenza, eccessiva produzione di saliva con senso di nausea e rifiuto del cibo.
La gastrite acuta viene diagnosticata in base alla storia anamnestica (racconto del proprietario sui fatti che hanno portato l’animale in visita), all’esame clinico e all’eventuale risposta alla terapia scelta.

Trattamento

Se la gastrite è di lieve entità, si possono somministrare sostanze ad azione antiemetica e protettive della mucosa gastrica. In alcuni casi è consigliato il digiuno per 8-12 ore ore, anche se, in caso di iperacidità, può essere più appropriata la somministrazione di piccole quantità di cibo altamente digeribile e di quantità limitate di acqua. Il cibo scelto è solitamente un cibo curativo per l’apparato gastroenterico, e quindi facilmente digeribile, così da facilitare la digestione, lo svuotamento gastrico e ridurre il rischio di recidive.
Se la gastrite è grave e l’animale appare disidratato e compromesso, la terapia sarà più complessa e prevederà anche una fluidoterapia di supporto ed eventuali altri farmaci sintomatici.
Il trattamento non può tuttavia prescindere dall’individuazione della causa che ha scatenato la gastrite e dalla rimozione di essa.

La gastrite cronica e le sue cause

Per gastrite cronica si intende l’infiammazione cronica della mucosa gastrica. Essa può essere causata da un mancato trattamento della gastrite acuta (ad esempio mancato cambiamento della dieta, mancata rimozione di un corpo estraneo…) o all’utilizzo di sostanze farmacologiche nel lungo tempo (es. corticosteroidi), piuttosto che a condizioni allergiche o parassitarie non risolte, nonché altre condizioni sistemiche. In caso di gastrite cronica persistente, può essere effettuato anche uno studio sull’eventuale presenza di Helicobacter spp., anche se la sua patogenicità sugli animali è ancora oggetto di studio.
Altre cause da escludere in corso di gastrite cronica, sono sicuramente malattie comuni di altri apparati, come ad esempio l’insufficienza renale, ipertiroidismo, colonpatia infiammatoria, pancreatite, epatopatia, tumori etc…

Sintomi e diagnosi

Il sintomo per eccellenza, come nel caso della gastrite acuta, è il vomito, associato sicuramente ad inappetenza e nausea, ipersalivazione, deperimento delle condizioni generali dell’animale, pelo di qualità scadente e poco toelettato, letargia, possibile dolorabilità addominale e disidratazione.
La diagnosi si basa sull’anamnesi, nonché su appositi esami quali ecografia addominale, endoscopia, biopsia e altre analisi specifiche a seconda del caso e del sospetto diagnostico.

Trattamento

Come nel caso della gastrite acuta, è necessario capire la causa scatenante e rimuoverla il prima possibile. Nel caso la gastrite sia su base alimentare, sarà necessario l’utilizzo di diete apposite, a volte gastrointestinali, a volte ipoallergeniche, per arrivare anche ad una dieta casalinga formulata da un nutrizionista qualificato, se necessario.
Il trattamento sintomatico prevede comunque l’utilizzo di sostanze che vadano a ridurre il senso di nausea, ripristinare l’attività protettiva del muco gastrico o sostituirsi momentaneamente ad essa, ridurre lo stato infiammatorio ed eventualmente bilanciare la motilità gastro-intestinale. Nel caso il problema non si risolva, sarà necessario escludere cause tumorali (es. linfoma) o di altra natura.

Dott.ssa Paola Zintu – Medico Veterinario

 

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Foto di Milada Vigerova / Aizhan Okisheva / JackieLou DL da Pixabay

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